Un incontro con Yūji Horii al Napoli Comicon

Yūji Horii, il leggendario creatore di Dragon Quest, svela retroscena e progetti futuri al Napoli Comicon.

In una calda mattina primaverile, ho preso un treno affollato, ma non della folla di pendolari, bensì di giovani entusiasti diretti al Napoli Comicon. Questa fiera, tra le più importanti d’Europa, accoglie appassionati di fumetti, giochi e cultura pop in generale. Giunto alla storica Mostra d’Oltremare, mi sono diretto verso l’Hotel Esedra, un edificio degli anni ’40 che emana fascino e storia. La mia meta? Incontrare Yūji Horii, una vera leggenda del mondo videoludico, noto per aver creato la celebre serie Dragon Quest e per aver contribuito a titoli iconici come Chrono Trigger.

Un incontro emozionante con il maestro

Appena entrato, ho avvistato Horii seduto su una poltrona, intento a giocare con il suo smartphone. Nonostante la tentazione di avvicinarmi subito, ho deciso di attendere l’inizio della tavola rotonda. Quando finalmente ho preso posto nella sala, l’emozione era palpabile. Parlar con l’autore di una saga che ha segnato l’infanzia di milioni di giocatori è un’occasione rara. Horii si è subito dimostrato umile e disponibile, iniziando a discutere di Dragon Quest e dei principi fondamentali nella creazione di un nuovo capitolo.

Per Horii, è fondamentale creare un’atmosfera calda e accogliente per i giocatori, affinché possano sentirsi a loro agio e divertirsi. La sua filosofia è semplice: realizzare qualcosa di bello con cui le persone possano passare il tempo, e nel corso degli anni, ci è riuscito alla grande.

Dragon Quest XII: un futuro misterioso

Non potevo non chiedere informazioni su Dragon Quest XII: The Flames of Fate, un titolo attesissimo ma avvolto nel mistero. Horii ha mantenuto il riserbo, scusandosi per non poter rivelare dettagli. Tuttavia, ha accennato a un cambiamento nel tono del gioco, più oscuro rispetto ai precedenti, e ha condiviso che ha avuto molti ripensamenti durante lo sviluppo. La curiosità cresce, ma le informazioni restano rare, lasciando i fan in attesa. Nel frattempo, il remake in HD-2D del terzo capitolo della saga ha parzialmente placato la fame di novità.

La filosofia di sviluppo di Horii

Horii ha spiegato come il suo obiettivo principale rimanga quello di rendere il gioco accessibile e coinvolgente. I personaggi devono riflettere le emozioni dei giocatori, mentre la narrazione deve mantenere un equilibrio tra gameplay e storia. Un aspetto interessante è la scelta di avere un protagonista senza nome, permettendo ai giocatori di interpretare il loro eroe e vivere l’avventura in prima persona.

Raccontando aneddoti del passato, Horii ha condiviso un episodio divertente della sua gioventù: un amico rimase sorpreso nel vedere il suo nome nel prototipo di un gioco, senza sapere che era stato Horii a inserirlo. Questo momento racchiude la sua filosofia di design, dove l’interazione personale tra il giocatore e il gioco è fondamentale.

Un passato da scrittore e un futuro incerto

Non tutti sanno che Horii desiderava diventare mangaka, prima di dedicarsi ai videogiochi. La sua prima opera, The Portopia Serial Murder Case, è considerata un precursore delle visual novel e ha ispirato numerosi game designer, incluso Hideo Kojima. Durante l’incontro, Horii ha mostrato con orgoglio alcune tavole inedite realizzate cinquant’anni fa, un vero e proprio tuffo nel passato.

Il futuro dei videogiochi secondo Horii

Quando gli è stato chiesto come immagina il futuro dei videogiochi, Horii ha fornito una risposta intrigante, citando il film Total Recall come esempio di interazione avanzata. Ha espresso la necessità di creare esperienze più immersive, dove i giocatori possano ricevere risposte dirette alle loro azioni. Questo approccio innovativo potrebbe rivoluzionare il modo in cui viviamo i videogiochi.

Alla fine dell’incontro, ho avuto l’opportunità di porre una domanda su uno dei punti di forza di Dragon Quest: il sistema di combattimento a turni. Horii ha confermato che, sebbene questo sistema sia parte integrante della saga, ci sono riflessioni in corso su come rinnovarlo per il futuro. È chiaro che, nonostante gli anni di esperienza, la sua passione per il gioco e la voglia di innovare rimangono intatte.

Yūji Horii, ora supportato da un team di sviluppo, non si è mai adagiato sui suoi successi. La sua visione per il futuro di Dragon Quest e dei videogiochi è quella di continuare a sorprendere e deliziare i fan, lasciando un’impronta indelebile nel mondo del gaming. La sua dedizione e la sua umanità sono un faro per tutti noi, e il mondo dei videogiochi è decisamente più luminoso grazie a lui.

Scritto da AiAdhubMedia

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