In un settore in continua evoluzione come quello dei videogiochi, è importante analizzare se le nuove tecnologie stanno realmente cambiando il nostro modo di giocare o se si tratta solo di una moda temporanea. Le esperienze recenti dimostrano che molte startup non riescono a durare, il che suscita scetticismo. Innovazioni come il metaverso e la realtà aumentata sembrano promettenti, ma i dati di crescita indicano che la maggior parte degli utenti continua a preferire esperienze tradizionali.
Analizzando i numeri, si osserva che il churn rate per i giochi free-to-play è preoccupante, superando il 70% nei primi sei mesi. Questo dato mette in discussione la sostenibilità di molte delle nuove uscite. Inoltre, il costo di acquisizione clienti (CAC) è in aumento, rendendo complesso il raggiungimento del product-market fit (PMF) desiderato.
Un caso studio interessante è quello di Fortnite, che ha saputo mantenere un life-time value (LTV) elevato grazie a continui aggiornamenti e contenuti freschi. Al contrario, molti titoli che non hanno innovato o che si sono adagiati sugli allori hanno visto il loro pubblico ridursi drasticamente.
Lezioni pratiche per founder e product manager comprendono l’importanza di non seguire le mode, ma di concentrarsi sull’analisi dei dati. La sostanza deve prevalere sulla forma. Inoltre, non va trascurata l’importanza di una community attiva e coinvolta, che può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un prodotto.
Il settore dei videogiochi è ricco di opportunità, ma presenta anche insidie. Per avere successo, è fondamentale mantenere una visione chiara e basata sui dati, evitando di farsi travolgere dall’hype.

