Numerosi casi di startup fallite hanno alimentato uno scetticismo diffuso riguardo al cloud gaming. La promessa di poter giocare a titoli di alta qualità senza la necessità di hardware costoso risulta allettante, ma emergono interrogativi significativi: è realmente sostenibile?
I dati di crescita offrono una prospettiva diversa: secondo un rapporto di Newzoo, il mercato del cloud gaming dovrebbe registrare una crescita di oltre il 30% nei prossimi cinque anni. Tuttavia, la sostenibilità di questo modello di business è attualmente sotto esame. Le aziende si trovano a fronteggiare costi elevati per l’infrastruttura e la bandwidth, oltre a un churn rate spesso elevato.
Un caso emblematico è quello di Google Stadia. Lanciato con grande attesa, ha faticato a trovare un product-market fit e ha registrato un abbandono significativo da parte degli utenti. Tuttavia, ha fornito preziose lezioni sui costi di acquisizione dei clienti (CAC) e sul valore nel tempo degli utenti (LTV).
Lezioni pratiche per i founder e i product manager includono la necessità di un approccio dati-driven. Chiunque abbia lanciato un prodotto riconosce che la validazione del mercato è fondamentale. Non basta avere una tecnologia innovativa; è necessario comprendere se esiste una reale domanda e se i costi possono essere sostenuti nel lungo periodo.
Il cloud gaming offre opportunità, ma anche sfide significative. È cruciale che i founder affrontino queste sfide con realismo e dati solidi, evitando di lasciarsi trasportare dall’hype.

